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Grandi Direttori: Jascha Horenstein

in onda venerdì 18 dicembre alle ore 17,00

Grandi Direttori: Jascha HorensteinIl direttore russo Jascha Horenstein vissuto a Vienna e, in seguito alle vicende belliche, naturalizzato americano, ci viene presentato oggi nella sua interpretazione di due composizioni celeberrime; la prima è il Concerto per pianoforte e orchestra n. 2 in do minore op. 18 di Sergei Rachmaninov, uno dei concerti più noti di tutta la letteratura pianistica.

La celebrità di questo concerto, composto nel 1901 e ancora oggi tra i più eseguiti, è dovuta in parte anche all'uso cinematografico di questa musica, utilizzata già negli anni '40 come colonna sonora (nonché imitata abbondantemente nel genere delle musiche da film per le quali divenne quasi un cliché formale); estremamente coinvolgente e dall'impatto fortemente romantico, pure questo Concerto ha sofferto negli anni di un incremento dell'aspetto sentimentale da parte degli interpreti, e forse l'ascolto diretto delle versioni registrate da Rachmaninov stesso possono illuminarne una visione meno sdolcinata.

Potrà essere interessante anche leggere in un articolo del 1942 (quindi, vivo ancora l'autore) quale fosse allora la considerazione del musicista russo - che forse non è stata del tutto smentita: "Considerato da molti come il più completo dei pianisti viventi, Rachmaninov è anche un compositore prolifico e popolare. La sua musica è melodicamente scorrevole, attraente e accuratamente rifinita. Tuttavia, in molti casi, è puramente decorativa: vi echeggiano i fantasmi di Liszt, Ciaikovski, Arenski, e anche di Brahms. Storicamente parlando, è statica. Lascia la musica esattamente dove Rachmaninov l'ha trovata. Ciò non impedisce tuttavia alle sue migliori opere di essere dotate di un appeal potente, sebbene temporaneo".

Ascolteremo questo piccolo ma significativo frammento di Storia della Musica (nella quale, per inciso, l'importanza di Arenski è decisamente inferiore...) nell'interpretazione di Earl Wild, pianista americano particolarmente legato a Rachmaninov del quale ha realizzato ammirevoli trascrizioni (per le quali è stato avvicinato a Rachmaninov stesso e a Vladimir Horowitz); la Royal Philharmonic Orchestra è guidata da Horenstein con un effetto di grandissimo e poetico, seppure assai sobrio fascino in una registrazione del 1965.

Sul rapporto tra Horenstein e la musica di Gustav Mahler abbiamo già avuto modo di soffermarci in precedenza, quindi ci limiteremo a presentare il secondo ascolto proposto oggi, e cioè la sua Sinfonia n. 1 in re maggiore.

Questa imponente composizione fu scritta da Mahler nel 1888 (e rimaneggiata fino al '99) ed è ispirata al romanzo Il Titano di Johann Paul Friedrich Richter, meglio conosciuto come Jean Paul, poeta anticlassicista nemico di Goethe e Schiller, che nel 1800 aveva idealizzato nel suo protagonista le più intense e violente passioni.

Alla sua prima esecuzione a Budapest nel 1889 la Sinfonia venne accolta negativamente dal pubblico; Mahler inizialmente pensò di sottolineare i rapporti col testo di Jean Paul apportando alcune modifiche per meglio descrivere l'avventura dell'uomo sulla Terra, dalla giovinezza alla decadenza; alla fine il musicista scelse una maggior autonomia dal testo letterario e scelse anche di eliminare del tutto uno degli allora cinque movimenti (dal titolo Blumine, rimasto sconosciuto fino alla riscoperta compiuta da Benjamin Britten nel 1967).

Ascolteremo questa splendida Sinfonia, così densa di spunti per lo sviluppo della musica mahleriana e non solo, nella registrazione che Jasha Horenstein realizzò con la London Symphony orchestra nel 1966.


Earl Wild Official Web Site
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