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Assemblea generale della Comunità Radiotelevisiva italofona

Torino 24 settembre 2013

A Torino il 24 settembre, in occasione del Prix Italia, si terranno i lavori della Assemblea generale della Comunità radiotelevisiva italofona.

“Senza crisi non ci sono sfide. Ma non possiamo pretendere che le cose cambino, se noi per primicontinuiamo a fare le stesse cose. La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. E’ nella crisi che sorgono l’inventiva , le scoperte e le grandi strategie. Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà violenta il suo stesso talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni. Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c’è merito. E’ nella crisi che emerge il meglio di ognuno di noi, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze. Finiamola una volta per tutte con l’unica crisi pericolosa, che è la tragedia di non volere lottare per superarla”.

Sono parole che un “vecchio saggio”, il Nobel Albert Einstein, ha scritto, ben ottantuno anni fa, riferendosi alla crisi 1929-1932.

Ma quali sfide, bisogni e aspettative si pongono alla lingua italiana quale elemento di identificazione culturale in un mondo globalizzato? Per servire l’italiano nel mondo occorre privilegiare il dialogo, valorizzare e trovare specie nell’”italiano degli altri”- occasioni per fare rete e comunità. Il nome Comunità Radiotelevisiva Italofona è stato scelto proprio perché ha il senso della solidarietà, il senso dell’attenzione reciproca, il senso di operare insieme, quasi una forma di complicità per questa cultura, questa lingua italiana che vive una salute instabile, in Italia e all’estero.

Proprio per questo il tema, per dare nuovi sensi e nuova linfa alla nostra lingua, è per noi proprio quello dell’italiano sulla frontiera. Quello che un tempo era il limes della civilizzazione romana che andava dalla Romania fino alla Scozia e che dava un senso di stabilità culturale condivisa. Oggi il confine lo troviamo all’interno delle nostre realtà che sono sempre più multiculturali e multilinguistiche, sempre più complesse da gestire in termini di relazione, anche dei valori linguistici.

Crediamo che questo sia un compito importante in un mondo sempre più attraversato da momenti di tensione, da momenti di scontro che dimenticano troppo spesso la necessità del rispetto delle differenze. Le differenze sono diventate l’architrave della stabilità sociale e culturale e l’italiano può svolgere ancora un grande compito di ponte fra le culture, per far conoscere le differenze, per far incontrare le differenze.

Il nostro prossimo obiettivo è quindi l’esplorazione della frontiera, di questo limes che è entrato in casa nostra, cercando di contaminare con la lingua italiana le altre culture, lasciandoci dalle altre culture contaminare al tempo stesso.
Organizzeremo tre seminari dedicati al tema: in Svizzera, sulla frontiera alpina, a Capodistria perl’italiano nei Paesi dei Balcani e infine nel Mediterraneo, mare di frontiera e crocevia di popoli e culture.

Su questo argomento ci si confronterà a settembre a Torino durante l'Assemblea generale.
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