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Divino Franz (3)

in onda lunedì 25 novembre alle ore 15,30

Divino Franz (3)Su Franz Schubert pianista e sulle sue interpretazioni abbiamo una testimonianza interessante del 1858; essa proviene da Albert Stadler, ex compagno di Convitto e amico di Schubert - nonché autore del libretto di "Fernando", un Singspiel del Nostro - il quale così scrive: "...ascoltare e vederlo suonare le sue composizioni era un vero piacere. Un tocco bellissimo, una mano ferma, un modo di suonare chiaro, ordinato, pieno di interiorità e sentimento. Apparteneva ancora alla vecchia scuola di pianisti le cui dita non avevano ancora iniziato ad attaccare i poveri tasti come uccelli da preda....". Sappiamo però da più fonti come Schubert non fosse esattamente un virtuoso della tastiera, anzi avesse talvolta difficoltà ad eseguire le sue proprie composizioni; il fascino del suo pianismo proviene dunque probabilmente dalla sua grazia, dalla leggerezza del tocco che asseconda la raffinatezza delle forme senza appesantirne la brillantezza. I Momenti Musicali op. 94 per pianoforte, fantasiosi ed immediati ma anche assai intimi e poetici, furono composti tra il 1823 e il 1828 - ultimo anno di vita di Schubert, che è anche l'anno in cui essi furono pubblicati a Vienna; con queste concise composizioni (insieme agli Improvvisi e ai Klavierstücke) Schubert contribuì ampiamente allo sviluppo di quel genere diffusissimo in tutto il Romanticismo che sarà il breve pezzo lirico per pianoforte.

Nel quartetto d'archi domestico della famiglia Schubert il giovane Franz suonava la viola, i fratelli maggiori i violini ed il severo padre era al violoncello; la pratica familiare si concretizzò per Schubert in pratica compositiva negli anni 1810 - 12, sotto la guida del maestro Salieri; a quel periodo risale il Quartetto per archi n. 1 D 18 , pubblicato postumo soltanto nel 1890.

Presentando per la prima volta in questa rubrica una Sinfonia del Nostro, è necessario puntualizzare che sulla numerazione e catalogazione delle opere di Schubert sussiste una certa confusione; si desume dalle biografie che le Sinfonie da lui scritte siano state 13, ma 8 sono quelle ritrovate, ed il loro ordine interno presenta discrepanze tra il loro ritrovamento e le effettive date di composizione. Pur nelle diverse catalogazioni dell'immane opera schubertiana (una fatta tra il 1884 e il '97, una iniziata nel 1967 e quella compiuta nel 1951 dal musicologo viennese Otto Erich Deutch, cui si deve la lettera D tuttora presente nella numerazione), la Sinfonia in si minore D759 (detta n. 7 o 8) è universalmente definita "Incompiuta". Composta 1822 - 23, periodo in cui Schubert visse costretto a letto dalla sua malattia, questa Sinfonia di Schubert fu l'ultima ad essere ritrovata; eseguita per la prima volta nel 1865 e pubblicata nel '67, essa si compone di due soli movimenti che sono considerati però del tutto perfetti nella loro simmetrica completezza formale ed espressiva.

L'Adagio in mi bemolle maggiore per trio op. 148 fu scritto da Schubert per pianoforte, violino e violoncello negli ultimi anni di vita; l'epiteto Notturno" col quale solitamente la composizione è ricordata fu dato non dall'autore ma dall'editore, il musicista Anton Diabelli, che come altri certamente beneficiò delle opere di Schubert e dei loro introiti di gran lunga più dello sfortunato compositore.

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