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Vivo anche per la musica, tutta: dalla classica al rock, dal jazz al country, indistintamente [anche se un vecchio blues suonato bene scalda il cuore come nient’altro]. Sui muri di Londra negli anni ’60 scrivevano Clapton is God: l’avrei fatto anch’io. Strimpello piano e chitarra, per il gusto di dire che dovrei imparare a suonare sul serio. Impazzisco per una carbonara fatta come si deve.
Mi piace andare in montagna, leggere gialli [Jo Nesbø mi fa impazzire] o romanzi storici. Sarei nato volentieri cinquant’anni prima. E passerei la mia vecchiaia in un villaggio Islandese o in Alaska, a contare i giorni in attesa del ritorno della luce dopo l’inverno artico.