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Identità, musica e cultura dal “paese che non c’è”. Sergio Berardo, leader dei Lou Dalfin, racconta la venticinquesima edizione di “Uvernada”, un festival di confine, tra montagna e pianura, Italia e Francia, che si svolge a Saluzzo dal 27 ottobre al 1 novembre e coinvolge occitani dei due versanti alpini.
L’Occitania non è soltanto l'insieme delle quattordici vallate alpine in provincia di Torino e di Cuneo, ma è una terra grandissima abitata da 13 milioni di persone dell’Alvernia, della Provenza, della Guascogna. “Ci saranno anche i Baschi, semplici vicini di casa in osmosi musicale – spiega Berardo -, con cui condividiamo la condizione di nazione proibita” .
Dalla Ghironda (il “violino a manovella” suonato da Sergio Berardo) ai flauti armonici, alle cornamuse, ai moderni musicisti di strada negli edifici storici della città vecchia, "Uvernada" sarà una festa d'inverno per portare le danze e i suoni popolari dall’arcadia del folklore al nostro tempo.
Sergio Berardo e la musica del "paese che non c'è"
venerdì 23 ottobre 2015
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Identità, musica e cultura dal “paese che non c’è”. Sergio Berardo, leader dei Lou Dalfin, racconta la venticinquesima edizione di “Uvernada”, un festival di confine, tra montagna e pianura, Italia e Francia, che si svolge a Saluzzo dal 27 ottobre al 1 novembre e coinvolge occitani dei due versanti alpini.
L’Occitania non è soltanto l'insieme delle quattordici vallate alpine in provincia di Torino e di Cuneo, ma è una terra grandissima abitata da 13 milioni di persone dell’Alvernia, della Provenza, della Guascogna. “Ci saranno anche i Baschi, semplici vicini di casa in osmosi musicale – spiega Berardo -, con cui condividiamo la condizione di nazione proibita” . Dalla Ghironda (il “violino a manovella” suonato da Sergio Berardo) ai flauti armonici, alle cornamuse, ai moderni musicisti di strada negli edifici storici della città vecchia, "Uvernada" sarà una festa d'inverno per portare le danze e i suoni popolari dall’arcadia del folklore al nostro tempo.