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Il prigioniero, Cecilia, Opricnik

per una settimana intensa di riscoperte musicali alla Filodiffusione

Il prigioniero, Cecilia, Opricnik A partire da domenica 25 aprile con l'opera Brundibar, straordinario canto alla vita eseguita dai e per i bambini del campo di concentramento di Terezin, la Filodiffusione propone in questa settimana un percorso di riscoperte e di rinnovate letture della storia della musica occidentale.

Mercoledì 28 aprile Il prigioniero di Luigi Dallapiccola con una prolusione di Leonardo Pinzauti, giovedì 29 aprile l'azione sacra Cecilia di Licinio Refice e venerdì 30 aprile Opricnik (L'ufficiale della guardia), opera giovanile di Cajkovskij sono le composizioni messe in cantiere per l'ascolto dal 5. Canale.

Nell'ambito delle celebrazioni di Luigi Dallapiccola, dopo l'ascolto di Ulisse, ecco l'importante opera Il prigioniero. Composto tra il gennaio e il maggio del 1948 dopo una lunga gestazione e una lunghissima fase di studio (risale al 1939 il primo abbozzo, a seguito della lettura del La torture par l'esperance, racconto di Villiers de l'Isle-Adam) l'opera si immerge nella sfera del rapporto dell'uomo con la libertà. Sollecitato dalla guerra e dagli eventi, Dallapiccola restituisce il tormento del prigioniero che, nella Spagna dell'Inquisizione, è indotto ad assaporare l'illusione della libertà prima di essere definitivamente giustiziato. Nella vicenda il compositore istriano introduce elementi tratti da altre fonti letterarie, legandoli in un tessuto drammaturgicamente compatto con metafore e spunti tratti dalle vicende personali di anni bui. Musicalmente intessuto di una personale strada stilistica, egli utilizza le tecniche musicali con assoluta padronanza sottomettendole all'urgenza espressiva in particolare qui, ne Il prigioniero, "teatro fortemente tragico e personalmente sofferto".

Ciociaro di origini, ben presto sacerdote e musicista, l'oratorio La Cananea lo rivelò al mondo musicale italiano. Insegnante nel Pontificio Istituto di Musica Sacra, direttore della Cappella Liberiana, in Santa Maria Maggiore, di Refice resta una produzione liturgica di tutto rispetto (circa quaranta messe, un numero elevato di mottetti, salmi, oratori e opere liriche. Morì a Rio de Janeiro sul podio nel 1957, mentre dirigeva proprio Cecilia, l'azione sacra in tre episodi preceduti da un annuncio, su testo di Emidio Mucci composta nel 1923 e rappresentata al Teatro dell'Opera di Roma il 15 febbraio 1934, con Claudia Muzio nel ruolo di Cecilia. Temperamento ricco, Refice si ricollega idealmente alla grandissima tradizione dell'azione sacra, della visione religiosa fusa al teatro senza spunti eretici. Nel suo tessuto musicale si insinua perciò una potente verve drammaturgica, che gli consente di legare la tradizione verista alle purissime melodie gregoriane per passare a "temi di libera ispirazione" in sequenze, specie in Cecilia, di lirici rapimenti e religiose meditazioni.

Relativamente giovane, con alle spalle tre abbozzi operistici, Cajkovskij si cimenta nella prima vera opera della sua carriera, quell'Ufficiale della guardia andato in scena nel Teatro Mariinskij di San Pietroburgo il 12 (o 24 secondo il calendario ortodosso) aprile 1872. Ripudiato dal suo autore, che aveva inserito nella nuova opera molte parti della precedente Voevoda, l'opera in realtà desta un forte interesse per la presenza di spunti di grande pregio, anche se l'impianto, alla luce della futura carriera del compositore russo, risente della vicenda corale che non sempre sorregge un raffinato, nitido tratteggio dei personaggi.


immagini di Refice sul sito

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