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Uomini tra uomini

Caro Paolo Lambruschi

Sono contenta che è stato lei a prima pagina questa difficile settimana. Parole sue sono state come balsamo in mezzo a tutto questo odio. Sono italiana ma cresciuta in Svezia. Siamo arrivati in Svezia nei primi anni '50. Allora non eravamo ben visti. Mio padre era architetto e eravamo una famiglia benestante ma, purtroppo italiani.
Non ho mai subito angherie o soprusi ma sono cresciuta con un senso di inferiorità. Non ero più una persona con i miei difetti e i miei pregi, ma ero ITALIANA, un essere umano di serie B. Come le persone con handicap si sentono ancora oggi credo. Un gobbo non è bello come uno senza gobba.

Non sono credente, ma credo a quello che papa Francesco dice: se non ci vediamo come uomini fra uomini si creano barriere. Una persona che non si sente parte della comunità difficilmente avrà empatia per la comunità in cui vie. Non si sentirà leale con quella società, ecc. ecc. E quando ci si sente fuori dal gruppo si può anche diventare molto cattivi, credo. 

Livia Sennis, Verona

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