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La Jacquerie, di Edouard Lalo (1823-1892)

in onda venerdì 17 febbraio alle ore 21,00

La Jacquerie, di Edouard Lalo (1823-1892)

La Jacquerie

Opera in quattro atti su libretto di Édouard Blau e Simone Arnaud.

Musica di Edouard Lalo (1823-1892). Opera incompiuta, completata da Arthur Coquard (1846-1910).

Prima rappresentazione: Opera di Montecarlo, 9 marzo 1895.


Personaggi:

Blanche de Sainte-Croix, soprano
Jeanne, mezzosoprano
Robert, tenore
Guillaume, baritono
Il Conte de Sainte-Croix, basso/baritono
Le Sénéchal, basso/baritono
Il Barone di Savigny, tenore





E’ nell’ambito del teatro lirico che Edouard Lalo espresse con maggiore evidenza il suo wagnerismo rivisitato. Se Fiesque (1868) rivela ancora qualche approssimazione dal punto di vista drammatico, Le Roi d’Ys (1888) si può considerare il coronamento della scienza teatrale del compositore. Ad attirare più recentemente l’attenzione di melomani e musicologi è stata La Jacquerie, ancora inedita in disco e in concerto, benché sia trascorso ben più di un secolo dalla sua prima rappresentazione.

La trama è semplice ma efficace: sullo sfondo di una cruenta insurrezione contadina, il giovane Robert s’innamora della castellana Blanche e, per amor suo, si frapporrà tra il popolo gonfio d’odio e il padre di Blanche, il signorotto locale, di cui però non riuscirà a evitare l’assassinio. Inseguito dai suoi compaesani, sarà colpito a sua volta e morrà tra le braccia dell’amata.

Lalo aveva steso da solo il piano dell’opera, elaborato una parte dei temi e lavorato al primo atto, orchestrazione compresa, ma fu il suo collaboratore Arthur Coquard a completare il lavoro, la cui gestazione venne bruscamente interrotta dall’improvvisa morte del compositore nell’aprile 1892. Vi abbondano i riferimenti al grand opéra romantico, soprattutto nelle spettacolari scenografie (l’ultimo quadro si svolge davanti a una cappella in rovina, nel cuore di una foresta che lascia intravedere, sullo sfondo, il castello feudale distrutto); ma nell’impianto breve, dal ritmo quasi frenetico (quattro atti di circa venti minuti ciascuno), e nella vocalità, che accosta eroismo verdiano (nel baritono e nel mezzosoprano) e lirismo wagneriano (nel tenore e nel soprano), La Jacquerie si riallaccia al Roi d’Ys, promuovendo un tipo di opera conciso, efficace e senza orpelli – l’esatto contrario del modello francese imposto da Meyerbeer a partire dal 1830 e ancora in voga fino agli anni Ottanta dell’Ottocento. L’opera fu rappresentata la prima volta con successo a Montecarlo il 9 marzo 1895, e ripresa all’Opéra-Comique il 23 dicembre dello stesso anno.

[Dalle note del sito internet del Palazzetto Bru Zane, coproduttore della registrazione e realizzazione discografica del lavoro di Lalo]

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