Senza una lentezza di elaborazione, senza un paziente, attentissimo, umile lavoro di assimilazione" non esisterebbero quei caratteri particolari di cui si contraddistinguono le opere di
Frank Martin. "Giacché il primo carattere della sua personalità è appunto questo: di non essere "una personalità" almeno nel senso in cui questo termine si può applicare ai compositori di primo e spesso anche di second'ordine apparsi nel nostro secolo. Frank Martin sembra piuttosto esprimere un momento storico in cui il culto della personalità è fortemente impallidito, e in cui urge piuttosto l'esigenza di definire un generale clima di cultura e di civiltà, attentamente vagliato e investito da una segreta commozione umanistica. Per questo fare la storia di Frank Martin, definire i termini del suo gusto, insieme placido e intenso", è ancora oggi operazione complessa. Così scriveva
Fedele D'Amico, uno dei più grandi critici italiani del Novecento, alla presentazione dell'oratorio
Golgotha, dato in prima italiana il 29 settembre 1949, subito dopo la guerra. Ma di Frank Martin allora se ne parlava poco, nonostante l'età anagrafica del compositore (1890 - 1974). Infatti era stato qualche anno prima solamente che questo profondo musicista si era imposto alla ribalta internazionale, all'età di quasi cinquant'anni, con un intenso capolavoro profano dal nome
Le vin herbé, in italiano
Il vino drogato.
Del musicista svizzero, domenica 12 dicembre, la Filodiffusione RAI ripropone un grande affresco religioso,
Le Mystère de la Nativité, e in concomitanza nel nostro sito vi proponiamo un interessante sondaggio (clicca
qui per accedere), attraverso il quale speriamo di creare attorno a questo evento, ultimo di una lunga serie che ha visto alcune grandi opere del Maestro ripresentate dopo lunghissimo tempo alla radio, un interesse sulla figura di un solido artista del Novecento europeo
Per accedere al sondaggioIl sito della Société Frank Martin