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BRUCE SPRINGSTEEN

NATO PER CORRERE


BRUCE SPRINGSTEENDa una radio si sente la voce di Roy Orbison, grande perdente delle origini del rock’n’roll. Alla tv si vede Elvis Presley, che suda e si dimena, all’Ed Sullivan Show.

Sono questi i ricordi formativi di Bruce Springsteen, uno che, per sua stessa ammissione, “avrebbe voluto cantare come Orbison”.

Il nostro Ritratto comincia proprio da una canzone di Roy, per andare indietro nel tempo e disegnare le radici del Boss: un folk e un rhythm & blues di appartenenza, legato alle sue origini di lavoratore, alla sua voglia di riscatto, di redenzione, di fuga.

Saliremo su una cadillac per andare verso una highway polverosa: quella di alcuni dei suoi primi dischi (Greetings From Asbury Park, N.J., Born To Run, Darkness On The Edge Of Town, The River), dove Springsteen canta di sé e degli altri, gli amici della E Street Band.

Sono gli anni Settanta, una zona in cui il rock, per qualcuno, sembra perdersi; e lì, poco prima del punk, Bruce riesce a riacciuffarne lo spirito più sincero e a raccontarlo, senza complessi di inferiorità e con grande energia.

È questa la strada che percorreremo assieme a lui, una delle migliori della musica di sempre.

 








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Di e con John Vignola il 25 dicembre 2012

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A cura di Lorenzo Lucidi
Regia di Andrea Cacciagrano
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